1 febbraio 2008

Vi era un tempo in cui l’uomo viveva in stretta armonia con la natura e con ciò che lo circondava. Tale legame tra uomo e natura, però, si è venuto progressivamente a spezzare con l’avvento dell’industrializzazione. E, uomo e natura, oggi, hanno assunto due ritmi differenti.


Fino al XVIII secolo eravamo in presenza di una economia rurale, e, quindi, di una società il cui sostentamento dipendeva in prevalenza dai prodotti della terra. E’ ovvio, che in una società di questo tipo, i ritmi del lavoro e della stessa vita, erano regolati dai ritmi e dai cicli naturali (giorno, notte, stagioni, fasi lunari,…).

In queste epoche il bagaglio culturale di una persona, non era dato tanto dalle sue conoscenze scientifiche o tecnologiche, quanto dalle esperienze di vita. Sicché, il ruolo dell’anziano era differente da quello assunto oggi.

Gli anziani erano considerati una ricchezza, in quanto portatori di una conoscenze accumulata negli anni o tramandata oralmente, e, che, a loro volta, trasmettevano alle generazioni successive. All’interno delle case rurali, l’anziano rappresentava un’autorità ed il suo parere era considerato fondamentale prima di prendere determinate decisioni; nonché, di vitale importanza in alcune circostanze.

Anche il rapporto con la morte era più sereno. La morte, infatti, era considerato un evento appartenente al ciclo naturale delle cose, così, come la natura muore per poi rinascere in primavera. A dimostrazione di questo rapporto sereno con la morte, gli stessi cimiteri erano posizionati al centro dei paesi.

Il morente veniva accompagnato durante gli ultimi momenti della sua vita terrena dai parenti , con la possibilità di dare loro le ultime istruzioni, e, probabilmente, la sua agonia non era nemmeno lunghissima, viste le arretrate conoscenze mediche e tecnologiche dell’epoca.


In questa epoca il ritmo, invece, è dettato dalle macchine. Non si lavora più all’aperto durante il giorno e solo determinati mesi all’anno, ma, bensì, in un ambiente chiuso, otto ore al giorno, anche di notte, per tutto l’anno e seguendo ritmi sempre più oppressivi, motivati da esigenze produttive.

Non siamo delle macchine ma abbiamo un ritmo differente, che è quello biologico. Questo, dal mio punto di vista, è il motivo principiale, del diffuso malessere che pervade questa società industrializzata, e, dello stress, non solo fisico, ma, anche mentale di cui tutti, chi più chi meno, ci stiamo ammalando.

L’anziano diviene sempre più un problema sociale e sempre meno una risorsa. Le sue conoscenze e il suo bagaglio di esperienze, diventano antiquate e sempre meno utili, superate dai continui cambiamenti e sviluppi delle scienze, della tecnologia e della società stessa. Mentre, le case divengono sempre più piccole, i tempi, anche da poter dedicare alle loro cure, diventano sempre più stretti. Per tali motivi, la sofferta decisione di allontanarli in delle case di riposo, diviene per molti una scelta obbligata.

Il rapporto con la morte è notevolmente peggiorato. Dalla coscienza dell’esistenza di un ciclo naturale si passa all’illusione dell’immortalità, data dalle continue scoperte scientifiche sulla genetica. I cimiteri stessi, nella nostra epoca, si sono allontanati dai centri cittadini per finire nelle periferie.

Il morente viene lasciato sempre più a se stesso, l’agonia che deve affrontare diviene sempre più lunga, in molti casi muore senza i parenti al suo fianco ed, in alcuni casi, ancora, viene lasciato allo scuro su quanto gli rimanga da vivere. Nel frattempo, si sta, diffondendo in tutto il mondo la pratica eutanasia o, letteralmente, della buona morte, ma questo è un altro argomento...


Che si vivesse meglio quando si viveva peggio?

7 commenti:

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Anonimo ha detto...

Ciao uno qualunque, complimenti scrivi articoli sempre più interessanti!!! con questo articolo, e soprattutto grazie alla frase interrogativa finale, lasci spazio alla riflessione personale. Sicuramente,in passato molte cose andavano meglio, ma noi, che viviamo rinchiusi nel nostro mondo attuale, non ce ne rendiamo conto.

Antonio La Trippa ha detto...

ciao errì ho visto il tuo blog. Ho delle osservazioni su delle cose relative alla grafica ma per il resto BUONA FORTUNA!inizia per te una lunga avventura spero!Ciao

èrri ha detto...

Ciao Antonio la Trippa, le tue osservazioni sono sempre bene accette. Ti ringrazio e ringrazio anche amo

Anonimo ha detto...

Benvenuto nella comitiva, aggiungimi fra i tuoi contatti di msn! quelcherestadelblog@hotmail.it o dimmi come ti posso contattare! a presto!

Anonimo ha detto...

Molto interessante e coinvolgente l'articolo.. Complimenti!!

Lara ha detto...

Leggo solo ora questo tuo interessantissimo post.

Complimenti!

èrri ha detto...

Grazie mille dama verde.
Sono felice che ti sia piaciuto e che qualcuno di tanto in tanto legga anche i miei post meno recenti!