14 luglio 2008
In questi ultimi anni i rapporti tra Cina e Paesi africani si sono notevolmente intensificati e gli scambi commerciali si sono più che decuplicati.
La presenza cinese in Africa ormai è fortissima. Infatti,
La Cina sta conducendo i suoi affari, più o meno puliti, pressoché in tutta l’Africa.
In Eritrea e in Etiopia, è riuscita ad aggiudicarsi la costruzione della maggior parte delle infrastrutture e dei collegamenti stradali e ferroviari, dopo aver alimentato per anni il conflitto tra i due Stati, attraverso la fornitura di armi ed offrendo consultazioni militari ad ambedue le parti. In tal modo,
In Senegal, invece, sta assumendo il controllo delle principali industrie del Paese e sta mettendo in crisi l’economia locale attraverso l’introduzione di prodotti a basso costo.
In Liberia, Costa d'Avorio e Sierra Leone, avrebbe alimentato il traffico di armi per ottenere in cambio diamanti e legno pregiato.
In Togo ha ottenuto un accordo per l’esportazione di materie prime, in cambio della costruzione del palazzo presidenziale e degli uffici governativi.
La maggior parte degli investimenti, però, gli ha concentrati in Sudan, da cui ottiene almeno il 50% della produzione petrolifera nazionale, pari al 7% del suo fabbisogno. Al fine di proteggere tali investimenti,
Un altro Paese africano con cui
Alla vigilia delle recenti elezioni, un carico proveniente dalla Cina, contente un vero e proprio arsenale militare (3 milioni di munizioni per fucili d'assalto Ak 47, 1500 granate per lancia-razzi e 600 fusti di mortaio con 3 mila proiettili), avrebbe dovuto attraccare sulle coste africane per finire nello Zimbabwe, ma in quell’occasione si verificò la “rivolta africana alle armi cinesi”: prima il carico venne bloccato in Sudafrica dal sindacato degli scaricatori di porto e poi subentrò il divieto di attracco da parte degli Stati confinanti.
Sembrerebbe, però, che il carico d’armi sia comunque riuscito a raggiungere la destinazione, dato che in quel periodo vi è stato un inasprimento dell'offensiva di Mugabe contro l'opposizione. (fonte: Il Sole 24ORE)
A seguito delle elezioni farsa, vennero proposte delle sanzioni nei confronti dello Zimbabwe, ma, il 12 luglio 2008,
L’ambasciatore dello Zimbabwe, ha espresso la posizione del regime, dichiarando: "Il presidente è felice di sapere che le Nazioni Unite sono ancora una organizzazione dove esiste una sovranità uguale per ogni Paese membro, e che il sistema protegge i deboli dai potenti". (fonte: La Voce)
Se il regime dello Zimbabwe è stato difeso dai potenti, chi sta difendendo i deboli dal regime?!
Lo Zimbabwe è in iper-recessione e sta attraversando una grave crisi politica ed umanitaria. A mio parere, le sanzioni non sono sempre la soluzione migliore, ma dubito che la Cina, difendendo Mugabe con il suo veto, abbia compiuto un’opera umanitaria.
Qualcuno potrebbe obbiettare che non è una novità che l’Africa venga sfruttata e che prima dei cinesi vi erano stati europei ed americani.
Ma, se l’atteggiamento delle nazioni occidentali nei confronti dell’Africa sta cambiando, oggi vengono estinti i debiti ed offerto denaro in cambio di garanzie, il più delle volte, invece, la Cina paga senza chiedere dove il denaro va a finire (il principale motivo per cui molti dittatori, che possono intascare parte della somma, apprezzano la rapidità di Pechino). E, nei casi in cui la Cina dà delle indicazioni su come spendere il denaro, lo fa imponendo le proprie imprese di costruzione, i propri tecnici e la propria manodopera, senza trasferimento di conoscenze alle popolazioni locali e senza particolari benefici occupazionali per gli Stati africani (fonte: Il Sole 24ORE).
Se l’Europa e gli Stati Uniti, poi, hanno qualche remora nell’investire in Africa, a causa delle guerre civili, della fragilità dei governi e della presenza di dittatori corrotti, i cinesi, invece, stanno conducendo i propri affari senza farsi alcun scrupolo e pensando esclusivamente ai propri interessi.
La concorrenza dei prodotti cinesi a basso prezzo e di scadente qualità, oltretutto, ha ulteriormente impoverito le economie di molti Stati africani, i cui prodotti non riescono più a competere nemmeno all’interno dei propri territori.
L’arrivo della Cina più che una nuova occasione di sviluppo, è stata l’ennesima calamità abbattutasi sul continente africano.
Tags: africa, cina, diritti umani, Mondo, risorse
7 commenti:
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Ciao èrri! Buon inizio settimana e un bacione.Desy
Ciao Errì sono passato a farti un salutone. :-)
Marco
Cosa ne pensi del "Lodo Alfano"?
Dillo su:
[Re]write di Giovanni Greco
http://www.giovannigreco.eu
Ciao èrri. Ma io non lo so.... ogni tanto ti perdo..... ma sono sempre pronta x venirti a trovare!!!
Ti abbraccio in attesa te!!!
non sono così sicuro del "modificato atteggiamento occidentale". ciò che sta facendo ora la cina è solo una minima parte di ciò che abbiamo fatto "noi" per secoli.
come poterci ergere a moralizzatori?
l'africa è stata, è e rimarrà il nostro dispensaio. se il mondo fosse un grande ristorante, l'africa sarebbe il posto dove ammassare tutte le materie prime, la cina e l'asia sarebbe la nostra cucina, l'occidente la sala da pranzo.
Ciao tommi, è un piacere rivederti da queste parti.
Nessuno vuole ergersi a moralizzatore. E' ovvio che l'Africa è ed è stata sempre sfruttata.
Ma, questo non deve giustificare il comportamento della Cina, che, a mio parere, sta attuando una nuova colonizzazione dell'Africa, lo stesso "Il Sole 24ORE" ha parlato di "invasione".
Definire la Cina, che è stata per secoli e che sarà in un futuro prossimo la prima potenza mondiale, la "cucina" dell'occidente mi sembra riduttivo.
Riguardo al "cambiato atteggiamento occidentale" ho preferito apportare una modifica: l'atteggiamento delle nazioni occidentali... sta cambiando (questo è un dato di fatto).
ciao desy, grazie che passi sempre da queste parti. Ho fatto qualche giorno di vacanza, ma, mi farò rivedere presto! Un abbraccio
Un salutone anche a te, marco di fotoritocco vip, ciao!
Ciao giovanni gerco, grazie dell'informazione.