22 aprile 2008

Spesso, soprattutto in questi giorni, si aprono dibatti sul Fascismo e sulla Resistenza, che finiscono, però, col relegare nella penobra quelle gesta eroiche che escono dalle contrapposizioni ideologiche.
Per tale motivo, ho deciso di rendere omaggio alla figura di Salvo D'Acquisto, il cui "esempio luminoso d'altruismo" rappresenta anche lo spirito di giustizia e libertà, che , in quel periodo, caratterizzò senza distinzioni il sacrificio di molte persone a favore della comunità.


L'8 settembre 1943 un reparto delle SS tedesche si era stabilito presso la caserma abbandonata della Guardia di Finanza situata nella "Torre di Polidoro", nelle vicinanze di Torrimpietra (Roma).

La sera del 22 settembre 1943 alcuni soldati delle SS, mentre stavano rovistando in una cassa all'interno dell'ex caserma, furono investiti dall'esplosione di una bomba a mano. I tedeschi attribuirono questo episodio fortuito a degli attentatori italiani.

Così, la mattina del giorno seguente, il comandante del reparto tedesco chiese la collaborazione dei Carabinieri per individuare i responsabili del presunto attentato.
Il vice brigadiere Salvo D’Acquisto, che comandava temporaneamente la stazione dei Carabinieri, cercò inutilmente di convincere il comandante tedesco dell’innocenza della popolazione locale e della accidentalità dell’accaduto.

Il 23 settembre 1943, furono prelevate casualmente e catturate ventidue persone tra la popolazione della zona, e, venne richiesto a Salvo D’Acquisto di indicare i responsabili. Il carabiniere, però, ribadì nuovamente che l’esplosione era stata accidentale e, di conseguenza, i prigionieri furono costretti a scavare una fossa comune per la loro stessa fucilazione.

Quando la fucilazione dei ventidue innocenti sembrava ormai prossima, Salvo D'Acquisto, con un grandissimo gesto di coraggio, si autoaccusò del presunto attentato e chiese l'immediata liberazione dei prigionieri.


Salvo D'Acquisto venne fucilato all'età di 23 anni e ricevette la Medaglia d'oro al valor militare con le seguenti motivazioni:
Esempio luminoso d’altruismo, spinto fino alla suprema rinuncia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, era stato condotto dalle orde naziste insieme con 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, pure essi innocenti, non esitava a dichiararsi unico responsabile di un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così - da solo - impavido la morte, imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell’Arma”.

Alcuni militari tedeschi, presenti alla fucilazione, rimasero impressionati dal sacrificio del sottufficiale dei Carabinieri, e, parlando con una giovane del luogo, affermarono che era "morto da eroe, impassibile di fronte alla morte".

Negli anni successivi, giunsero numerosi documenti e petizioni al Santo Padre, al Comando dell'Arma dei Carabinieri e al Vescovo militare, in cui veniva richiesta la santità per Salvo D'Acquisto.
Il 4 novembre 1983, dopo una "maturata riflessione", venne così aperta una causa di canonizzazione dello stesso.

Le spoglie di Salvo D'Acquisto sono conservate all'interno della chiesa di Santa Chiara a Napoli.

(fonti: Arma dei carabinieri e Wikipedia)