6 maggio 2008

Si sapeva da tempo che la Cina avrebbe intensificato i controlli su internet.

Lo scorso anno, il direttore dell'amministrazione generale della stampa, Long Xinmin, in suo discorso di fronte ai parlamentari cinesi, disse: "Dobbiamo riconoscere che, in un epoca in cui internet si sta sviluppando ad una velocità incredibile, il tentativo del governo di tenerla sotto controllo deve affrontare nuove sfide". Tra le nuove sfide vennero esplicitamente menzionati i blogger.

A dimostrazione di quanto possa essere relativo il concetto di libertà, Long disse anche: "la libertà di espressione dei cittadini sarà comunque protetta". (La Stampa)

Dopo il blocco di YouTube e di altri siti, dopo la recente decisione da parte di Google di accettare la censura (Corriere della Sera), anche la piattaforma Blogger, purtroppo, è incappata nei severi controlli del governo cinese.
Infatti, labnol.org ha svolto vari test a Shangai e a Pechino, a seguito dei quali l’indirizzo labnol.blogspot.com sarebbe risultato irraggiungibile.

Posso solo sperare che i blogger cinesi, che esternano liberamente il proprio pensiero politico come qualsiasi altro blogger di tutto il mondo, non debbano fare la stessa fine dello scrittore Wang Xiaoning, incarcerato e condannato a dieci anni di reclusione per “incitamento a sovvertire il potere dello Stato”.
Lo scrittore, in possesso di un account di posta elettronica Yahoo, è “reo” di aver promosso le istanze della democrazia attraverso un forum.

In carcere Wang sarebbe stato vittima di torture. Per tale motivo, la moglie di Wang, rifacendosi al "Torture Victim Protection Act", decise di avviare una causa contro il colosso americano, accusato di aver “aiutato e favorito” torture di prigionieri politici in Cina, attraverso la diffusione di informazioni che hanno portato all’arresto di alcuni dissidenti. (La Stampa)

Nonostante il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) abbia chiesto una maggior libertà in Internet durante il periodo dei Giochi, sembra che tale appello non sia stato ascoltato dalle autorità della Repubblica Popolare Cinese, visto che queste ultime, secondo il Senatore americano Sam Brownback, avrebbero chiesto ad alcuni alberghi di filtrare le connessioni ad internet durante i Giochi Olimpici, al fine di “monitorare e restringere le informazioni in entrata e in uscita dalla Cina”. (download blog.it)

Poco meno di due mesi fa, la Cina è Stata depennata dalla lista nera dei Paesi che , secondo gli Stati Uniti, violano i diritti umani, nella quale rimangono Corea del Nord, Birmania, Iran, Siria, Zimbabwe, Cuba, Bielorussia, Uzbekistan, Eritrea e Sudan. (Corriere della Sera)

Ancora una volta, a mio parere, gli interessi economici prevalgono sui diritti dei singoli e ancora una volta, come scrissi in un mio post precedente, il Mondo rimane a guardare sull’orlo della fossa seduto.

7 commenti:

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david santos ha detto...

Ciao Èrri, come và? Spero tutto bene per te. Buon lavoro. Un abbraccio e un buon settimana

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Seduto e sempre più alla deriva...

Anonimo ha detto...

Ho riempito Legno&Fieno
di bandiere pro Tibet, poca cosa la solidarietà oggi...

Killo ha detto...

In cina il governo è come una mafia

èrri ha detto...

Ciao david santos, tutto bene. Grazie per avermi fatto visita dal Portogallo.

Ciao daniele, sembrerebbe così... ormai siamo in balia della Cina.

Ciao legno&fieno, hai ragione. Purtroppo, in quest'epoca il divario tra chi si oppone a certi sistemi e gli stessi sistemi è diventato tale per cui i primi non riescono più ad incidere nella realtà. E' importante comunque che le persone come te continuino a manifestare il proprio dissenso e la propria solidarietà verso chi, dall'altra parte del Mondo, viene condannato o muore in difesa della propria libertà.

Ciao killo, probabilmente è come dici tu, di sicuro è uno dei governi più repressivi del Mondo.

Antonio La Trippa ha detto...

yeah. Bello post! Interessante

èrri ha detto...

Grazie antonio. A presto, ciao!